Ditta Giovanni Lanfranchi Spa*

di  Antonella Bilotto

1887-1903

Il numero di iscrizione alla Camera di commercio di Brescia (BS 838) rende conto di una storia più che centenaria di un’impresa di bottoni prima e di cerniere dopo che è la Ditta Giovanni Lanfranchi Spa. Fu appunto Giovanni Lanfranchi a crearla a Palazzolo sull’Oglio, in provincia di Brescia, in un’area con uno spiccato senso industriale già a fine Ottocento, vuoi per la sua posizione geografica, vuoi per l’imprenditorialità di alcuni soggetti che seppero utilizzare al meglio la “forza motrice” del fiume Oglio e il collegamento ferroviario Milano-Venezia. La data ufficiale di nascita è il 15 settembre 1887 allorché il fondatore, che negli anni aveva lavorato per diverse fabbriche di bottoni della zona, decise di mettersi in proprio fondando la Lanfranchi Giovanni & C. insieme a un socio di nome Corridori, impiegato di banca. Le prime sedi dell’impresa sono necessariamente legate ai “salti d’acqua” che azionavano i macchinari ma sul finire del secolo l’introduzione dell’energia elettrica rivoluzionò la produzione. Peccato però che nel 1903 Giovanni Lanfranchi, che in quel momento contava in impresa 60 dipendenti, morì improvvisamente per una emorragia cerebrale.

I primi trent’anni del Novecento

Le redini aziendali furono necessariamente prese in mano dal primogenito, Paolo Gentile, che aveva solo vent’anni alla morte del padre aiutato poi dai fratelli Angelo, Giacinto e Agostino con il supporto di due rappresentanti esterni alla famiglia che seppero dar loro un aiuto. Fin da subito i Lanfranchi, probabilmente anche per la provenienza della materia prima (il corozo importato dall’America), si erano posizionati su mercati internazionali primo fra tutti l’Inghilterra che a sua volta permetteva di allacciare contatti e vendere in tutto il mondo. Per questa ragione Agostino nel 1913 vi si trasferì e lì creò la A. Lanfranchi Ltd. per la commercializzazione del prodotto italiano. La Prima Guerra Mondiale portò gli uomini al fronte e in azienda vi entrano le donne con l’unica eccezione di Gentile – che riuscì ad essere esonerato – aiutato dal quindicenne Gaetano. Nel dopoguerra la Lanfranchi fu molto attiva sia nei termini della produzione che della commercializzazione ancora una volta con un importante affaccio all’estero. Non fu però indenne dalla crisi degli anni Trenta anche se proprio in questi anni seppe guardare ad un’innovazione di prodotto che la portò verso la produzione in galalite, una delle prime plastiche, che affiancò il sudamericano corozo e il dum eritreo (materie prime di origine naturale). Alla fine degli anni Trenta la Lanfranchi occupava oltre 500 dipendenti e guardava a un’innovazione tecnologica che faceva la sua comparsa proprio in questi anni: la chiusura lampo.

Dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi

Durante la Seconda Guerra Mondiale, dati i problemi di reperimento di materie prime, si tentò una nuova diversificazione con il legno ma saranno le innovazioni nelle plastiche (resine, acetati, poliestere) introdotte nel Secondo dopoguerra a fare i bottoni sempre accanto alla produzione della “lampo” che anzi prende sempre più piede. A partire dal 1955 infatti la Lanfranchi non produrrà più bottoni, specializzandosi, anche con lo sviluppo di propri brevetti, sulle produzioni di cerniere in tutti i suoi componenti compresi i macchinari produttivi.
La storia dell’impresa è sempre rimasta legata alla famiglia che oggi impiega in azienda la terza e la quarta generazione con diversi stabilimenti produttivi. Nel proprio statuto sociale riporta ancora “la produzione di bottoni di frutto e galalite, chiusure automatiche e semplici, chiusure lampo di metallo e materie plastiche, minuterie metalliche e macchinario per chiusure lampo e relativi accessori”.

[*Fonti: il profilo storico viene realizzato sintetizzando quanto riportato sito web istituzionale della Lanfranchi: https://www.lampo.eu/it/company/history/palazzolo-and-its-economy e attraverso la consultazione dell’Archivio della Camera di commercio di Brescia, Visura camerale REA 838]