ALDO PATELLANI RACCONTA IL PADRE FEDERICO

ALDO PATELLANI

La mia prima esperienza di collaborazione con mio padre è stata forse quella più indimenticabile: un lungo viaggio in Africa nel 1956, ventimila chilometri dal Congo Belga al Kenya, attraversando una decina di paesi. Per realizzare un reportage per “Epoca”, che avrebbe portato alla pubblicazione di una serie di inserti che portava il titolo di “Paradiso nero”. Avevo diciotto anni; fino a quel momento avevo fatto tutte le scuole fino al liceo classico Manzoni di Milano e mi ero appena iscritto alla facoltà di Legge alla Statale.

Dopo quel primo contatto col mondo della fotografia e dei giornali, io nel viaggio africano facevo il bianconero e mio padre il colore, il mio apprendistato è continuato con servizi di vario genere in Italia e all’estero; nel 1958 un’altra avventura, sempre in auto, percorrendo le strade da Milano all’India. Anche in questo caso committente era la testata mondadoriana “Epoca”.

Poi la laurea in Legge e la decisione definitiva di affiancare in modo stabile nel suo lavoro mio padre, un’attività che prevedeva contatti continui con i giornali della Aldo Palazzi (“Tempo”, “Visto”, “Marie Claire”). con “Le Ore”, con “Settimo Giorno”. I soggetti affrontati volta a volta erano i più vari, con una forte prevalenza di cronaca italiana o straniera. Negli anni ’70 ho poi iniziato la collaborazione con il mensile economico “Successo”, allora leader assoluto del settore, e alle prestazioni fotografiche si è presto aggiunta anche la scrittura di testi, all’inizio abbastanza elementari e in seguito sempre più complessi.

Nel 1974 è cessata la mia vita da free lance perché ho accettato la proposta di entrare, come praticante nella redazione di “Successo” per passare, una volta superato l’esame di Stato, alla qualifica di inviato speciale. Questo periodo, in cui ho continuato a seguire anche la parte fotografica, compito che mi ha permesso di appassionarmi anche alla fotografia industriale, mi ha offerto la possibilità di entrare in contatto e di conoscere molti personaggi del panorama economico del periodo.

Nel 1977 il passaggio, sempre come inviato speciale, a “Oggi”, la testata ammiraglia della Rizzoli nel settore dei settimanali popolari. In quella redazione sono rimasto fino al 1997, ritornando libero professionista dopo vent’anni esatti. In seguito per circa dieci anni la collaborazione con la casa editrice Stammer, che pubblicava varie riviste business to business; per due, in particolare, ho scritto centinaia di articoli: la prima è “Bell’Auto”, che tratta i problemi del mondo dei carrozzieri; la seconda è, invece, “Il giornale dei veicoli commerciali”.

Autobiografia di Aldo Patellani

 

Autoritratto di Federico Patellani, 1953

FEDERICO PATELLANI nasce il 1° dicembre 1911 a Monza, da una vecchia e aristocratica famiglia milanese. Durante il periodo universitario partecipa a movimenti artistici e letterari. Laureato in Legge, affianca alla professione di avvocato la passione per la pittura.

Nel 1935 partecipa, da richiamato come ufficiale del Genio, alle operazioni dell’Esercito italiano in Africa Orientale.
È proprio in questo periodo che incomincia a fotografare in modo professionale. I suoi servizi (che verranno pubblicati dal quotidiano milanese “L’Ambrosiano”) raccontano l’ambiente locale e la guerra.

Nel giugno del 1939, di ritorno dall’Africa, lascia pittura e diritto per iniziare quella che diventerà una lunga collaborazione con il settimanale “Tempo”, di Alberto Mondadori. I reportage di Patellani segnano profondamente la vita della rivista, a ragione considerata come uno dei principali esempi di fotogiornalismo italiano. Per “Tempo” Patellani crea i fototesti: ampi servizi fotografici corredati da lunghe didascalie scritte dallo stesso Patellani. Tra i collaboratori letterari : Massimo Bontempelli, Raffaele Carrieri, Emilio Cecchi, Enrico Emanuelli, Indro Montanelli, Guido Piovene, Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli, Cesare Zavattini. Bruno Munari è l’art director.

Sempre nel 1939 è tra i produttori del film Piccolo mondo antico diretto da Mario Soldati, esperienza, questa, che lo lega al mondo del cinema ma che conferma la sua decisione di essere fotogiornalista. Inviato sul fronte russo, Patellani racconta la guerra sul fronte orientale firmando i suoi servizi con lo pseudonimo di Pat Monterosso. Realizza poi, tra gli altri servizi, una memorabile serie di immagini sulla Milano bombardata nell’agosto del 1943. Dopo due anni di internamento in Svizzera, ritornato a Milano, collabora per circa un anno con il “Corriere Lombardo” per rioccupare il suo posto nella redazione di “Tempo” dove vi collabora in esclusiva fino al 1952, quando decide di diventare free-lance.

Crea la Pat Photo Pictures, una struttura che si avvale della collaborazione di numerosi fotografi fra i quali Carlo Cisventi, Antonio Cesano, Walter Mori, Giancarlo Bonora, Chiara Samugheo.

Inizia la sua collaborazione con altre testate sia italiane che europee. Nel 1952 realizza un ampio servizio sul meridione dal titolo Italia Magica. Nel 1953 è aiuto regista di Alberto Lattuada per il film La Lupa. Nel 1954 è in Grecia e in Turchia e, l’anno successivo, ancora nel sud dell’Italia: in questi due anni realizza due documentari per la televisione: Viaggio in Magna Grecia e Viaggio nei paesi di Ulisse. Per qualche anno continuerà a essere testimone puntuale della realtà italiana, lavorerà anche per un paio d’anni per la casa di produzione cinematografica di Dino De Laurentiis, ma cresce in lui l’insofferenza nei confronti dell’uso che i periodici italiani fanno della fotografia.

Nel 1956 realizza un lungometraggio cinemascope a colori dal titolo America pagana e un servizio fotografico dallo stesso titolo per “Epoca”. È di nuovo “Epoca”, nel 1957, a pubblicare su 160 pagine il reportage Paradiso nero: un viaggio, con il figlio Aldo, di 25.000 chilometri in Land Rover, dal Congo Belga al Kenya. Con sempre maggiore determinazione il lavoro professionale di Patellani si svolge soprattutto in viaggio, pubblicando i servizi su “Epoca”, “La Domenica del Corriere”, “Successo”, “Storia Illustrata”, “Atlante”, “Tempo” e numerose riviste internazionali.

Patellani ha fatto più volte il giro del mondo per i suoi servizi di impronta nettamente giornalistica, che concedono pochissimo al folklore.
Il suo ultimo viaggio e il suo ultimo reportage sono a Ceylon, nel 1976. Muore a Milano il 10 febbraio 1977.


Bibliografia

Il giornalista nuova formula in Fotografia. Prima rassegna dell’attività fotografica in Italia, a cura di E. F. Scopinich, Gruppo Editoriale Domus, Milano 1943.
I Maya, con un commento di Vittorio Bonicelli, Aldo Martello Editore, Milano 1957.
Paradiso Nero, I documenti di “Epoca”, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1959.
Bagnoli Anni 50, 1911-1961, Italsider, Genova 1961.
I Carabinieri, Carlo Bestetti Edizioni d’Arte, Roma 1964.
Patellani. 25 anni di fotografie per i giornali, Aldo Martello Editore, Milano 1965.
K.K. Khajuraho Konorak, con una nota di Giuseppe Marchiori, Bruno Alfieri Editore, Milano 1965.
Dopo l’Anno Mille. Il Romanico nella Valle Padana, testo di Attilio Bertolucci, ENI/Amilcare Pizzi, Milano 1965.
Itala nam tellus Graecia maior erat, testo di Raffaele Carrieri, Italsider, Genova 1970.
Ferro rosso terra verde, con Santo Piano e Gabriele Basilico. Testo di Arrigo Benedetti, Italsider, Genova 1974.
Federico Patellani. Documenti e notizie raccolti in trent’anni di viaggio nel Sud. Testi di Federico Patellani e Angelo Schwarz, Supplemento di “Il Diaframma/Fotografia Italiana”, n. 224, Editphoto, Milano, marzo 1977.
La più bella sei tu, a cura di Tamara Molinari, Editrice Magma, Milano 1979.
Federico Patellani, testi di Kitti Bolognesi, Giovanna Calvenzi e Aldo Patellani, “I Grandi Fotografi”, Gruppo Editoriale Fabbri, Milano 1983.
Federico Patellani. Fuori Scena, testo di Oreste Del Buono, Federico Motta Editore, Milano 1995.
Federico Patellani. Fotografie per i giornali, a cura di Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi, Art&/Edizioni delle Arti Grafiche Friulane, Udine 1995.
Federico Patellani. La più bella sei tu/La plus belle c’est toi, a cura di Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi, Peliti Associati, Roma 2002/Actes Sud, Arles 2002.
Federico Patellani. Artena, Colleferro, Valmontone. In guerra, a cura di Stefano Spaziani, Museo l’Officina di Valmontone, 2003.

Biografia a cura di Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi