Cesi Spa*

di  Antonella Bilotto

Le origini

Negli anni ’40 alcune grandi imprese italiane evidenziarono la necessità di disporre di laboratori dove provare i prodotti o alcuni sistemi prima che questi venissero realizzati o utilizzati. Spesso tali operazioni, ove possibile per la presenza di una “casa madre”, erano realizzate all’estero con costi molto elevati. Il tema era molto sentito soprattutto in “ambito elettrico” e in Italia era il prof. Ercole Bottani, titolare di Elettrotecnica e Impianti II al Politecnico di Milano nonché membro del Comitato tecnico Edison e presidente di Siemens, a portare avanti con forza il problema. E fu grazie al suo impegno che nel 1949 nacque “Laboratorio X”, un Centro in Italia – un po’ simile a quanto già realizzato in Francia – in cui era possibile sperimentare e fare ricerca soprattutto legata ai problemi della trasmissione e distribuzione “in parallelo” dell’energia elettrica. Per anni Bottani cercò finanziamenti e consenso per alimentare tale progetto, sempre appoggiato da Edison e nonostante le spinte a voler istituire tale centro di ricerca e sperimentazione in Veneto o in Piemonte (a ridosso rispettivamente della SADE e della SIP). Invece fu a Lambrate che fu fondato il Centro elettrotecnico sperimentale italiano – CESI. Anche se molte informazioni indicano il 1956 come la sua data di nascita, in realtà questa corrisponde alla data di avvio dell’attività. Infatti, dai documenti della Camera di commercio di Milano, risulta che il 12 novembre 1952, a Milano, nella sede della Società Edison di Foro Bonaparte venne fondata la SIL (Società immobiliare industriale del Lambro (numero rea Mi 429222 che è ancora quello del CESI di oggi). Lo scopo dell’immobiliare era quello di acquistare dalla Società Immobiliare Marinella Spa vari appezzamenti di terreno siti in Milano Lambrate. Venivano così letteralmente gettate le “basi” di quello che il 21 marzo 1956, con un cambio di denominazione, sarebbe stato il Centro elettrotecnico sperimentale italiano – CESI Spa. Contestualmente perciò al cambio di denominazione venne cambiato l’oggetto sociale: “realizzare e gestire laboratori e impianti per prove, collaudi, studi e ricerche sperimentali, interessanti l’elettrotecnica in genere ed il progresso tecnico e scientifico”. Pure la sede venne trasferita da Foro Buonaparte 31 a via Rubattino 54. Veniva creato così un laboratorio per prove sperimentali e centro studi di rete, fortemente appoggiato da grandi industrie elettromeccaniche e elettriche (Pirelli, Sae, Ercole Marelli, Ansaldo, Edison, Sade, Montecatini, Falck). L’idea di base era quella di poter attingere a un laboratorio di ricerca che studiasse gli sviluppi e testasse la sicurezza delle reti elettriche e alcuni impieghi elettrotecnici. Già a fine anni Cinquanta Cesi è un laboratorio molto accreditato a livello nazionale e internazionale (partecipa allo studio del sistema El Chocón – Buenos Aires per la costruzione di due centrali idroelettriche).

Gli anni ’60 e la nazionalizzazione dell’energia elettrica

Nel maggio 1960 il CESI cambiò in parte denominazione e diventò Centro elettrotecnico sperimentale italiano Giacinto Motta Spa. Proprio con l’inizio degli anni Sessanta i problemi legati all’unificazione e all’interconnessione delle frequenze elettriche e il compito di assicurare una disponibilità di energia elettrica adeguata alle esigenze dello sviluppo economico del Paese portarono all’istituzione di Enel (legge 6 dicembre 1962) che inglobò le centinaia di aziende elettriche operanti nel settore. E di fatto l’Enel, che passò ad averne il controllo diretto, utilizzò proprio il Cesi per effettuare studi sullo sviluppo della propria operatività.
Nel gennaio 1970 il CESI acquisì la proprietà della società SERIE Spa (Società Editrice Riviste delle Industrie Elettriche) editrice della testata “L’Energia Elettrica”.

Anni ’80 – anni ‘90

Apparecchiature elettriche, combustione di cavi, trasporto dell’alta tensione, compatibilità elettromagnetica furono alcuni dei temi di sperimentazione dei laboratori del Cesi a supporto dell’industria e dell’economia non solo nazionale. Nel 1988 CESI firmò  una convenzione con IMQ che portò al compimento della CSQ (Certified Quality Systems).  Con la liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica (Decreto Bersani, 1999) Cesi  tornò di proprietà di alcune delle maggiori aziende, italiane e estere, operanti nel settore. Allargò i temi di sperimentazione agli impianti termoelettrici, alla salvaguardia del territorio e ai rischi ambientali, alle attrezzature diagnostiche, alla conservazione dei monumenti.

Anni 2000 – oggi

Nel 2005 acquisì due società tedesche: IPH (Berlino) e FGH GmbH (Mannheim) che operano nel settore dei componenti elettrici ad alta, media e bassa tensione. Nello stesso anno, insieme ad Enea, creò Cesi Ricerca.
Nel 2019 l’assetto societario vede la partecipazione di maggioranza in capo a Enel Spa e Terna Spa (42% ognuna ca.), oltre a Prysmian Cavi e Sistemi Srl (6% ca.), ABB Spa (5% ca.) e azioni proprie Cesi (2%) per citare i principali azionisti. Oltre alla sede di via Rubattino a Milano altri due centri operativi sono collocati a Piacenza e in provincia di Bergamo. È attiva in ambito internazionale attraverso partecipate in Germania, a Dubai, a Rio de Janeiro e a Washington.

[*Fonti: il profilo storico viene realizzato sintetizzando quanto riportato sul sito web istituzionale del CESI: www.cesi.it ma anche attraverso l’Archivio storico della Camera di commercio di Milano, fascicolo REA 429222 e il volume R. Manigrasso – A. P. Morando, Ercole Bottani, edizioni ATM 1994.]