Saffa Spa*

di  Antonella Bilotto

I precedenti otto-novecenteschi

La origini della SAFFA non sono completamente spiegabili se non si ripercorre la storia di fine Ottocento della “Ditta Giacomo de’ Medici & C. Fabbrica di fiammiferi di legno e di cera” che, nata nel 1860 a Milano, ampliò la propria attività comprando il fabbricato e i terreni dell’ex dogana austriaca a Ponte Nuovo, vicino a Magenta, per stabilirvi un grande stabilimento produttivo. Era il 1871 e a Ponte Nuovo si producevano i cerini. Pochi anni più tardi, trasformatasi in “Giacomo de’ Medici & C.” (società in accomandita per azioni), chiuse lo stabilimento di Milano e concentrò tutte le attività a Ponte Nuovo (1877) affiancando alla produzione di cerini quella di fiammiferi in legno. In vent’anni la società si specializzò e si ampliò a tal punto che nel 1898 incorporò ben 14 aziende del settore, con 16 stabilimenti produttori di fiammiferi, costituendo così la Società Anonima Fabbriche Riunite Fiammiferi (SAFRF, REA Milano 9160). Stiamo parlando di un’impresa che solo nel 1906 occupava ben 1.400 persone.

Dalla nascita nel 1928 agli anni Trenta

Mentre l’attività della Fabbriche Riunite Fiammiferi continuava alla grande nel 1928, il 5 ottobre, in parallelo venne costituita la Società Anonima Finanziaria Fiammiferi e Affini (in breve SAFFA) allo scopo appunto di finanziarie le aziende fiammiferaie. La sede sociale era in via Moscova n. 18 a Milano. Il 31 marzo 1932 la “Finanziaria” procede all’incorporazione di due società: la antica SAFRF e la Società Anonima Casa della via Moscova 18-20. A questo punto l’eredità delle antiche fabbriche di fiammiferi si sono fuse con quell’impresa nata nel 1928 per finanziarle, ma bisognerà attendere il 1937 per una effettiva evidenza nel cambio di denominazione allorché si chiamerà Società Anonima Fabbriche Fiammiferi ed Affini che nella sua forma abbreviata sempre SAFFA sarà. Già in passato, almeno dagli anni Venti, si era pensato a utilizzare il materiale di scarto derivante dalla lavorazione dei fiammiferi: si era cominciato a produrre paglia da imballaggio (1927-28) a cui aveva seguito la produzione di una specie di materiale isolante (1930) chiamato “polulit” e pannelli compensati di pioppo (1934). In termini di diversificazione, ma se vogliamo più attinente alla produzione delle origini, nel 1935 la SAFFA aveva acquistato la UNIAT (Unione nazionale italiana accenditori Torino) attivandosi così nella produzione di accenditori da tasca e da tavolo.

Anni ’40 – Anni ‘70

Con gli anni Quaranta, viste anche le sperimentazioni al recupero dei materiali di scarto dei fiammiferi degli anni precedenti, ma soprattutto grazie alla collaborazione con alcuni importanti architetti quali Giò Ponti o Augusto Magnaghi, la Saffa cominciò a produrre mobili. Si trattava di prodotti dalle linee essenziali, con spigoli netti ma soprattutto che potevano essere spostati e rimontati: si dava avvio ai mobili componibili per la casa e per l’ufficio. Accanto a tale produzione negli stabilimenti Saffa si cominciò a produrre pure il “Carbion”, un cartone biondulato che negli anni sarà affiancato da cartoncini nelle versioni patinate da stampa e in multistrato. La Saffa possedeva anche terreni agricolo-forestali tali da rifornire di legno di pioppo lo stabilimento per un quarto del fabbisogno. Progressivamente, tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta, vi fu una spinta all’automazione, soprattutto nella produzione di fiammiferi, che portò a una maggiore concentrazione delle maestranze negli altri settori produttivi: cartoncini, mobili, compensati, imballaggi, ecc.

Dagli anni ’80 ad oggi

Negli anni Ottanta vi fu una modificazione societaria che scorporò alcune attività: Italmatch Srl fu l’impresa produttrice di fiammiferi, Sarriò Spa quella di cartoncini. Con gli anni ’90 Saffa divenne la holding di un gruppo molto variegato che comprendeva aziende del settore chimico, immobiliare e cartario tanto che nel 1997 incorporò un’impresa bolognese nata negli anni Sessanta, la Reno De’ Medici spa, prendendone la denominazione (ma mantenendo l’antica iscrizione del 1928 alla Camera di commercio di Milano, il numero Rea SAFFA “Mi 153186”). Venivano ad essere assorbite o controllate nella sua sfera d’azione la divisione cartotecnica Bianchi Saffapack Spa, la Saffa immobiliare, la Italmatch e a seguire la Sarriò Spa potenziando sempre più il settore cartario. L’attività produttiva di Ponte Nuovo, dove erano rimasti solo fiammiferi e accendini, è cessata nel 2002 mentre l’attività nella produzione cartaria di RDM continua ancor oggi.

*[il profilo viene redatto estraendo e sintetizzando la ricostruzione storica di Anna Fumagalli, La S.A.F.F.A.: non solo fiammiferi in Un secolo di economia nell’Abbiatense e nel Magentino, a cura di M. Comincini, Banca popolare di Abbiategrasso, 2000, pp. 113-128 e la “scheda storica” di G. Pizzorni, Saffa in G. De Luca (a cura di), Le società quotate alla Borsa Valori di Milano dal 1861 al 2000. Profili storici e titoli azionari, Libri Scheiwiller 2002, pp. 395; si veda anche Archivio storico Camera di commercio di Milano, fascicolo REA 153186 e REA 9160].